Quando l’arte unisce ciò che l’uomo divide


Guzelyurt (Morphou), Chiesa di S. Mamas, Repubblica Turca di Cipro, restauro del ciborio ligneo intagliato e dipinto e dell’altare in pietra locale (XVI sec).

 

Pubblichiamo un’intervista a Luigi De Cesaris, originariamente apparsa su Mondo Greco sul delicato restauro di un ciborio del XVI sec. nella Repubblica Turca di Cipro, un contesto socio-politico segnato da tensioni e conflittualità, nel quale l’arte può essere un terreno di incontro e di confronto.

di Francesco De Palo

 NICOSIA – “La grande emozione che ho provato non è stata tanto quella di realizzare un’opera artisticamente rilevante, quanto di averla fatta in un contesto segnato dalle difficilissime relazioni politiche“.

 Così Luigi De Cesaris, appena rientrato da Cipro, dove ha coordinato il restauro di un prezioso ciborio, attribuito a Silvestri, della seconda metà del sedicesimo secolo nella chiesa di San Mamas a Morfo, nella parte occupata dai turco-ciprioti.
Il restauratore-conservatore romano, che in passato per il Getty Conservation Institute si è occupato della tomba di Nefertari, ha lavorato a stretto contatto con le autorità locali in un clima di costruttiva collaborazione, a dimostrazione di come l’arte, in questo caso italiana, unisce ciò che purtroppo la politica fino ad oggi ha diviso.

Un piccolo grande progetto tutto italiano, ma anche romano.
Siamo un gruppo di conservatori che lavora in giro per il mondo per conto della statunitense USAID (United States Agency of International Development) e siamo riusciti ad imprimere il marchio italiano a questo piccolo progetto.

Studio preliminare dei problemi ambientali e successivi interventi strutturali: quali le priorità?
Assieme a Vincenzo Canuti, Alberto Sucato e Cristina Tomassetti abbiamo studiato la provenienza dell’umidità, dal momento che la frequente obiezione a tali progetti internazionali è che si antepone l’estetica alla concretezza. In questo caso è accaduto l’esatto opposto.

Ancora più prezioso se realizzato in ‘quella’ condizione politica, ovvero in una zona dove dal 1974 le chiese di culto diverso dal musulmano hanno subito razzìe di vario genere: alcune rase al suolo, altre trasformate in caserme militari, bar, night club, hotel, garage, stalle, discariche.
E’ stato un grande esempio di trade union che l’arte e la cultura possono offrire in un ambito disagiato. Non le nascondo che per questo avvertivamo anche una notevole responsabilità.

In che termini siete intervenuti?
Recupero della struttura lignea e poi azione di superficie. Il primo ha comportato due missioni di disinfestazione ed una di rimontaggio. La lastra di pietra era fratturata in otto parti e l’elemento ligneo era stato alterato, non avendo più il suo posizionamento originario.

Cultura ed arte religiosa come collante per le divisioni politiche? E’ l’espressione usata dall’Archipiscopos di Cipro Chrysostomos II in visita da Benedetto XVI pochi mesi fa in Vaticano.
Rispondo con le parole che lo stesso Chrysostomos ci ha rivolto salutandoci: “avete svolto un lavoro difficile, sia tecnicamente sia perché in un contesto nel quale molte persone lo avrebbero criticato”. Abbiamo avuto la grande capacità non solo di esprimere un alto livello scientifico, ma di relazionare egregiamente con la componente turca, la responsabile archeologica Muget Sevketoglu, e con quella americana. Siamo stati una punta di avanzamento nelle relazioni tra le due parti.

Senza dimenticare l’aspetto religioso, avete infatti lavorato anche nella chiesa di Sant’Antonio dove è stato fondato il monachesimo.
Abbiamo compreso quanto una chiesa così apparentemente lontana fosse invece a noi così vicina con elementi comuni.repliche orologi di lusso

Come fonde la sua romanità caratteriale con la meticolosità dell’arte del restauro?
Con la semplicità dell’amore per questo lavoro e con l’annullamento di noi stessi: solo così riusciamo a confrontarci con gli elementi tecnici, riscoprendo il significato culturale delle opere che tocchiamo con mano.